Il 31 gennaio 2020, per Veronica, host coworking di On/Off dal 2017, è stato l’ultimo giorno di lavoro. Si è trattata di una sua scelta personale. Sofferta, sì, ma condivisa con tutto lo staff e gestita con serenità e collaborazione fino alla fine.
Il motivo di base è molto semplice. Veronica ha capito di non voler più lavorare come dipendente, ma di sentire il desiderio e la necessità di addentrarsi nel fantastico mondo del lavoro autonomo e scoprire la sua vera identità professionale.
Ebben sì, perfino all’interno di ecosistemi lavorativi aperti, fluidi, flessibili e spesso cuciti addosso alle competenze e agli interessi delle persone che li animano, capita di finire per sentirsi ingabbiati, quasi oppressi, da quella congenita e fisiologica condizione di libertà di manovra e autonomia decisionale che, per sua natura, forse, troppo spesso ci porta a chiederci dove stiamo andando e chi vogliamo essere.
Nonostante ci sia dispiaciuto, e molto, “perdere” durante il cammino una persona e una collaboratrice valida, insieme alla quale siamo cresciuti e abbiamo raggiunto traguardi importanti, alla fine abbiamo sostenuto la sua scelta perché abbiamo capito.
Abbiamo capito che la decisione di Veronica è il risultato più vivo ed eclatante del lavoro che quotidianamente portiamo avanti da quasi 7 anni sul nostro territorio e non solo. Un insieme di azioni a impatto lento e silenzioso, concreto e reale. Un percorso a più vie di formazione informale e divulgazione dal basso di un tipo di cultura e di approccio lavorativi, basati sulla valorizzazione delle proprie competenze, delle proprie passioni, della propria identità come persona e come lavoratore e lavoratrice, e non sulla mera accettazione passiva dell’esistente, di ciò che già c’è.
Capire che questo effetto valorizzante, altamente democratico, possa “colpire” anche le persone che reggono l’organizzazione stessa, le quali, a un certo punto, potrebbero voler e dover volare altrove, ci è costato.
Vorremmo chiederci, e chiedervi: qual è quindi il futuro delle realtà che come noi diffondono la cultura collaborativa e autoimprenditoriale del lavoro fluido, quando è quella stessa cultura fonte di instabilità e discontinuità strutturale e organizzativa?
Come sopravvivere e rimanere in piedi, se i nostri stessi piedi vogliono correre e andare oltre noi stessi?
Vorremmo chiedercelo, ma non lo faremo adesso: questo piccolo spazio è di e per Veronica, che salutiamo e a cui auguriamo una grande svolta, sotto tutti i punti di vista.
Tempo fa, qualcuno definì On/Off come “un vascello di pirati contro omologazione e rassegnazione”. Allora preparatevi, perché Veronica è pronta per saltare all’arrembaggio.