Restore to Impact: una chiamata alle idee

A tre anni dall’inaugurazione dell’Headquarters di Parma, il Gruppo Chiesi ha avviato un nuovo progetto ambizioso nel cuore della città: la rigenerazione dello storico sito industriale di via Palermo in ottica di riqualificazione urbano/architettonica.
L’obiettivo di questo progetto è duplice: da un lato, creare un innovativo “business playground” chiamato Center for Open Innovation & Competence, che sia aperto non solo alle persone del Gruppo Chiesi, ma anche alle comunità esterne e ai mondi della ricerca e dell’innovazione continua. Dall’altro lato, il gruppo vuole fornire alla filiale commerciale uno spazio di lavoro all’avanguardia, in linea con i concetti moderni di inclusione e le direttive aziendali. L’obiettivo è trasformare il sito di via Palermo in un motore di rigenerazione urbana e in un punto di riferimento per l’innovazione.
A tal fine, il Gruppo Chiesi ha lanciato “Restore to Impact”, una Call for Ideas Internazionale aperta a due categorie: i Professionisti e gli Under 30. Sia singoli partecipanti che team di progetti interdisciplinari sono stati invitati a presentare idee innovative, evolutive e trasversali che diventeranno le linee guida del futuro progetto architettonico.
Le idee pervenute entro il 30 aprile sono state accuratamente analizzate dalla Commissione Selezionatrice, che ha adottato i seguenti criteri per valutare: flessibilità, adattabilità nel tempo, porosità intesa come capacità di dialogare con il contesto fisico e sociale, qualità del paesaggio e degli spazi pubblici in relazione alla connettività, nonché sostenibilità in termini tecnologici, ambientali, economici, aziendali e innovativi.
I membri della Commissione erano: Andrea Chiesi, Head of Special Projects Chiesi Group e Sponsor della Call for Ideas internazionale Restore to Impact (Italia); Giulia Baccarin, CEO e Co-founder di MiPU Predictive Hub Società Benefit (Italia); Emilio Faroldi, Prorettore Vicario Politecnico di Milano (Italia); Didier Fiúza Faustino, Artista / Architetto, Direttore Mésarchitecture studio (Portogallo / Francia); Paola Liani, Architetto, Co-founder Paritzki&Liani Architects (Israele); Aura Luz Melis, Architetto, Partner Inside Outside (Paesi Bassi); Ingrid Paoletti, Coordinatore Scientifico Material Balance Research Lab Politecnico di Milano (Italia); Matteo Vegetti, Professore di “Teorie dello spazio” Supsi (DACD Mendrisio) e Docente all’Accademia di architettura di Mendrisio Università della Svizzera Italiana USI (Svizzera).
In base alla valutazione ottenuta, sono stati assegnati tre premi per ogni categoria (Professional e Under 30) e una menzione d’onore per la categoria Professional.
La squadra era composta da:
- Ermelinda Pittelli – Fundraiser,
- Chiara Cocconcelli – Digital strategies & Communication,
- Luca Bocedi – Visual Designer,
- INI studio d’architettura (Francesca Giannini, Giulia Ghidini e Domenica Fiorini),
- Veronica Pinetti – Project Manager & Instructional Designer,
- Simone Spotti – Designer,
- Ximena Malaga Palacio – Sustainability Manager & Financial Officer.
Un’unione eterogenea di professionisti che ha dato vita al progetto Chiesi FARM (Forest Academy Research Museum). Uno spazio aperto e innovativo, dove coltivare talenti e nuove idee. Un luogo capace di accogliere le diversità, dove abitare le relazioni e ripensare il futuro. Chiesi FARM è uno spazio dedicato alla formazione, ideato mettendo il benessere dell’ambiente e delle persone al primo posto, un luogo dove fare ricerca e scoprire il mondo nel Museo della Chimica e della Farmacia.
Una rigenerazione gentile per il quartiere e per l’azienda.
Com’è nato il progetto e su quali principi si basa?
L’idea Chiesi FARM nasce da noi, da quello che siamo e rappresentiamo nel Quartiere San Leonardo. Un gruppo di professionisti che condividono non solo uno spazio di lavoro, Officine On/Off, ma soprattutto dei valori: la condivisione, la contaminazione, la potenza del mettersi insieme, la partecipazione alla vita di comunità e la volontà di fare la propria parte.
Quando siamo venuti a conoscenza del bando Restore To Impact, abbiamo quasi subito lanciato una call interna per sondare l’interesse dei nostri coworker e approfondire insieme le richieste del bando.
Insieme abbiamo letto i documenti, cercato di interpretare i contenuti e iniziato a tradurre i pilastri della Call in azioni concrete. L’obiettivo era incrociare ciò che veniva richiesto con i bisogni reali della comunità che abita il quartiere.
Fin da subito sono emersi gli elementi che contraddistinguono la nostra proposta:
- La Storia va ricordata.
Il sito storico Chiesi è un simbolo, il frutto di decenni di lavoro di una famiglia che ha saputo innovare ed innovarsi, che ha sfidato l’economia mettendo al centro le persone e la comunità. Una storia che non poteva essere cancellata, ma che doveva essere valorizzata. Da qui nasce la proposta del Museo. Non un museo qualunque, una eccellenza, un museo della Chimica e della Farmacia, capace di avvicinare bambini, ragazzi e famiglie a materie scientifiche, oltre che offrire strumenti e modalità nuove per coinvolgere adulti anche in esperienze di Team Building.
- La rigenerazione urbana è un segnale importante.
Nel tempo, il primo stabilimento che risale agli anni 50 è stato affiancato da altre strutture, fisse e mobili. Il sito è pieno, e lo spazio libero sono aree cortilizie in cemento. Quasi tutte le strutture non sono idonee per ospitare gli spazi ed i servizi immaginati nella Call.
Rigenerare non significa cancellare quello che c’è stato, ma generare qualcosa di nuovo. Abbiamo quindi immaginato di far rinascere in quel luogo un seme, che piano piano germoglia, e dà vita a qualcosa di nuovo. Nel nostro immaginario quel seme rappresenta una Piazza pubblica per il quartiere, circondata dal verde, simbolo di un’azienda che ha scelto di rimanere ed investire in San Leonardo. Un quartiere che spesso viene definito degradato, ma vivo e in mutazione, che può diventare un esempio per la città e non solo.
- La sostenibilità è il futuro.
Alla base dell’idea proposta ci sono il rispetto e l’utilizzo sostenibile delle risorse, oltre a possibili soluzioni per assorbire scarti e rifiuti.
L’idea di lasciare un intero spazio verde nasce dal desiderio di donare un polmone per respirare al quartiere San Leonardo, insieme ad altre aree verdi intorno alla struttura a disposizione della cittadinanza.
- Chiesi FARM è un luogo di tutti.
Abbiamo immaginato una struttura a più livelli, suddivisa in area pubblica, semi-pubblica e privata, con spazi dedicati ai lavoratori dell’azienda. L’impostazione e la suddivisione delle diverse aree è funzionale al loro scopo, senza però tralasciare l’importanza della contaminazione.
La contaminazione, infatti, è ciò che contraddistingue anche il nostro team: siamo nove professionisti con competenze apparentemente distanti ma che hanno reso la nostra proposta un’idea vincente, concreta e di valore per l’intera comunità.
Siamo felici che il Gruppo Chiesi e la Commissione di Valutazione abbiano saputo cogliere questa nostra peculiarità.
Come abbiamo sviluppato il progetto?
L’architettura della struttura
Il progetto nasce dall’analisi delle esigenze della committenza, insieme a quelle del quartiere e del contesto esistente. Diversi vincoli/opportunità caratterizzano il lotto: la presenza della ferrovia, la densità urbanistica di San Leonardo, la scarsa presenza di verde e spazi pubblici a servizio dei cittadini.
Un programma molto preciso di richieste in termini di spazio, è stata la base per formulare il masterplan. La necessità di contribuire al miglioramento del clima e comfort urbano, ci ha condotto alla decisione di demolire tutti gli edifici esistenti (non rispondenti ai correnti standard energetici e funzionali richiesti dalla normativa e da Chiesi), per bonificare il suolo del lotto e desigillarlo, in modo tale da renderlo permeabile.
Il nuovo programma viene quindi concentrato in due volumi architettonici: il principale che galleggia sul lotto e crea una promenade semi-pubblica, che permette ai cittadini, durante gli orari di apertura del centro, di camminare e attraversare l’area in differenti direzioni. Il secondo volume ospita invece le aree comuni, come il punto ristoro, il bar e l’auditorium. Il suolo e gli spazi aperti sono organizzati secondo differenti livelli di privacy.
Lo spazio di fronte all’edificio esistente “Q” diventa una grande piazza pubblica, aperta 24h/24h, a servizio degli abitanti del quartiere San Leonardo.
La sostenibilità ambientale
Attraverso una ricerca approfondita, abbiamo identificato le opportunità chiave per promuovere la sostenibilità nel progetto. Abbiamo proposto la creazione di un ecosistema che favorisce la coesistenza e l’influenza reciproca tra elementi pubblici, privati, passati e futuri, mirando a una rigenerazione virtuosa non solo del loco ma dell’intero quartiere.
Fin dalle fasi iniziali è stata data particolare attenzione all’opportunità di de-impermeabilizzare un’importante percentuale di suolo attraverso la demolizione della struttura in essere e la costruzione di nuove strutture ottimizzate nella loro occupazione dello spazio disponibile. Questo aspetto è risultato particolarmente strategico dato che il quartiere San Leonardo è risultato, anche da case study accademici, una delle aree della città maggiormente interessate dal fenomeno dell’isola di calore urbana.
Ricavando aree permeabili nel perimetro abbiamo potuto quindi progettare la realizzazione di un percorso educativo sulla biodiversità urbana comprensivo di Food Forest, serre verticali per promuovere tecniche di coltivazione innovative e della foresta urbana “Binario Verde”. Un altro aspetto fondamentale del progetto è una progettazione che permette l’installazione di pannelli solari sulla più ampia superficie disponibile.
Attraverso una collaborazione stretta e una condivisione di conoscenze, siamo riusciti a integrare con successo una vasta gamma di soluzioni sostenibili nel progetto Chiesi FARM. L’approccio olistico alla progettazione eco-compatibile, indirizzato dalla nostra esperta di sostenibilità, ha permesso di pensare un luogo condiviso che promuove la biodiversità, riduce l’impatto ambientale delle attività che ospita e migliora la qualità della vita delle persone che vi interagiscono.
La concretizzazione delle idee
Fin dall’inizio abbiamo immaginato insieme, cercando di unire i bisogni degli abitanti del quartiere e del territorio alle nostre conoscenze, ambizioni e desideri.
Quando si è trattato di dare una forma concreta e finita alle nostre idee abbiamo dovuto trovare concetti condivisi, parole potenti in grado di rendere l’innovazione racchiusa nella nostra proposta. Non è stato semplice definire il nome del progetto, “Chiesi FARM” (Forest Academy Research Museum), e con esso i principali valori da trasmettere: attenzione all’ambiente, formazione e ricerca libere e la tradizione a guidare i passi delle nuove generazioni.
Un’altra sfida per il gruppo è stata quella di immaginare il futuro di alcuni container presenti all’interno dell’ex sito industriale. Queste strutture sono state ripensate come mini-musei disseminati nel quartiere, per raccontare, oltre alla storia e l’impronta sul territorio dell’Azienda, la rigenerazione urbana di Chiesi FARM e i suoi benefici climatici e ambientali.
Volevamo che l’intero territorio circostante al sito respirasse il cambiamento e fosse investito dalla potenza delle idee che lo animano. Un’opportunità di scoperta e crescita per tutti.
L’elemento visual
Nel tradurre graficamente il progetto finale, ci siamo impegnati a far emergere lo spirito di gruppo che ha permeato l’intera concezione del progetto.
Durante le fasi di pianificazione, ci siamo riuniti e abbiamo collaborato attivamente, condividendo idee, discutendo e prendendo decisioni insieme. Ogni membro del team ha contribuito con il proprio punto di vista e le proprie competenze, creando un ambiente di lavoro sinergico e motivante.
Una volta definito il progetto nella sua forma finale, abbiamo compreso che l’aspetto grafico non doveva essere l’unico elemento di trasmissione dell’idea. Il progetto non era solo un insieme di immagini e concetti, ma incarnava anche l’impegno e la determinazione di un gruppo di persone che aveva lavorato insieme per realizzare un’idea comune.
Conclusione e cosa ci aspetta per il futuro
L’aspetto più significativo dell’intero progetto è stato, sicuramente, la collaborazione e la contaminazione di competenze tra i membri del team di progetto. La diversità professionale ha arricchito l’idea finale, che è stata trasformata in una proposta concreta e di valore per l’intera comunità.
Guardando al futuro, ci siamo immaginati il progetto Chiesi FARM come un punto di riferimento per l’innovazione, la rigenerazione urbana e la sostenibilità. Inoltre, il progetto potrebbe ispirare altre iniziative simili nel campo della rigenerazione urbana e dell’architettura sostenibile.
In definitiva, per noi il progetto Chiesi FARM rappresenta un esempio di come l’innovazione, la collaborazione e la considerazione per l’ambiente possano guidare la trasformazione di un sito storico in un motore di rigenerazione urbana e di progresso per l’intera comunità.