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      Nasce On/Off for Entrepreneurs

      Alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo incontri, chiamate, mail, scambi di idee, attese e anche un po’ di tensioni, la proposta a caldo ricevuta dal nostro coworker Marco D’Angelo dopo qualche mese è diventata realtà.

      Si è svolto infatti martedì scorso 5 marzo il primo appuntamento di On/Off for Entrepreneurs, il ciclo di incontri gratuiti e aperti a tutti verso la costruzione della prima community collaborativa a Parma di imprenditori affermati, neo-imprenditori, innovatori e startupper.

      Il format è del tutto sperimentale. Gli ingredienti sono: 1) un salotto informale all’interno di uno spazio di lavoro collaborativo. 2) uno startupper curioso e marketer. 3) Un imprenditore di successo attivo sul territorio nazionale. 4) Un imprenditore di successo attivo sul territorio locale. 5) Due neo-imprese, in fase di avvio o di crescita. 6) Un tema: l’innovazione nel settore food. 7) Un pubblico eterogeneo, interessato al mondo imprenditoriale multilivello, a conoscere da vicino esperienze interessanti ed estendere la propria rete di contatti.

      Ecco com’è andata:

      Ad aprire l’evento, i rappresentanti dei partner e dei patrocinatori dell’iniziativa, istituzioni e soggetti che a nostro parere portano alta la bandiera dell’ecosistema dell’innovazione locale, contribuendo alla messa in rete di servizi e opportunità a sostegno di una crescita del territorio: Unione Parmense Industriali (rappresentata da Lorenzo Zerbini, Presidente Giovani Industriali, e Roberto Buratti, Responsabile Area Sistemi informativi e Innovazione e Responsabile sportello imprese SMILE Digital Innovation Hub (I4MS & Confindustria DIH Network); Aster Area S3, rappresentata da Alain Marenghi dell’ Unità Alte Competenze e Capitale Umano; UpIdea! Startup Program, rappresentata da Vittorio Cavani, Vice Presidente Giovani imprenditori Confindustria Emilia-Romagna con delega alle nuove imprese, e Davide Bezzecchi, Responsabile Progetto UpIdea! Startup program – Area Ricerca Industriale e Innovazione, Unindustria Reggio Emilia. Oltre alla riconferma e al consolidamento di alcune collaborazione già attivate negli anni scorso, c’è anche una novità: Oikosmos, associazione studentesca no-profit nata nel 2007 presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Parma che riunisce giovani menti con la passione per il marketing, comunicazione, digital e management. “Perché lo facciamo? Perché studiare non basta”, dichiara la Presidente Manuela Fiku, contro ogni stereotipo che costringe gli studenti universitari esiliati nelle proprie aule a testa bassa sui libri di testo.

      Ma i protagonisti sono loro: Luigi Galimberti, CEO di Sfera, e Massimo Ambanelli, Amministratore Delegato di HiFood. Marco D’Angelo prende quindi finalmente possesso del suo ruolo di moderatore/conduttore e parte dalle origini per arrivare alla visione imprenditoriale complessiva: ad ognuno degli ospiti aveva infatti precedentemente chiesto di condividere un’immagine rappresentativa del proprio passato e del proprio presente.

      Passato

      Dopo il fallimento della mia impresa edile, ho messo insieme la mia storica vena innovativa alla passione per l’agricoltura ed ho iniziato ad osservare cosa succedeva sul mercato.

      Luigi Galimberti

      Non sapevo che sarei finito a fare l’imprenditore, ho imparato negli Stati Uniti. Durante gli studi ho imparato che rigore e precisione sono importantissimi e che nel settore alimentare mancavano.
      Per me è importante partire facendo quello che si crede si andrà a fare per tutta la vita; allo stesso tempo, se si sbaglia strada, meglio esser disposti a cambiarla fin da subito.

      Massimo Ambanelli

      Presente

      Secondo noi velocità, qualità e sicurezza sul lavoro possono andare di pari passo. Attualmente ci sono 240 dipendenti; dal punto di vista tecnologico abbiamo innovato tanto, soprattutto nel processo. Ho cercato di intuire e capire cosa volesse il mercato mettendoci qualcosa che non c’era, concentrandomi sui bisogni dei clienti, anche quelli che loro stessi non sanno ancora di avere: un pomodoro buonissimo e pulito, come quello di una volta.

      Luigi Galimberti

      Adesso siamo circa 15 persone, facciamo ricerca e sviluppo insieme ai nostri clienti. Ci concentriamo su quello che sappiamo fare meglio di chiunque altro, basandoci su una rete di competenze e compiendo un’azione non convenzionale: chiedere ai nostri clienti di cambiare la loro ricetta per utilizzare la nostra.

      Massimo Ambanelli

      Futuro

      Dopo la proiezione di alcuni video evocativi, Marco domanda agli ospiti come vedono il futuro, in particolare quello del settore agro-alimentare. Secondo Galimberti, il futuro è sicurezza alimentare.


      Abbiamo finalmente capito che la nostra salute dipende anche da cosa mangiamo e siamo più consapevoli di quello che mettiamo in bocca. Le rivoluzioni partono sempre dall’agricoltura e l’innovazione si fa quando si ha fame, quando c’è un bisogno, a contatto con la realtà, con la provincia e con la terra.

      Luigi Galimberti

      Sulla stessa lunghezza d’onda anche Ambanelli, che ricorda l’importanza del prodotto pulito, dell’ecosistema allargato e del farsi trovare preparati al cambiamento climatico.

      Attualmente stiamo collaborando con una startup che fa prodotti un po’ strani: Finless Food coltiva le cellule staminali del pesce senza dover ricorrere alla pesca. Il prodotto che ne esce è quindi pulito, senza microplastica e super sostenibile. La nostra idea è farci trovare pronti per questa futura ondata di “novità”: se lavoriamo insieme, possiamo benissimo creare gli alimenti del futuro da qui, senza dover necessariamente andare negli Stati Uniti.

      Massimo Ambanelli

      “E lato impresa? Come prevedete si evolveranno le aziende del futuro?”, incalza D’Angelo.

      Sono rimasto scottato dall’azienda dove lavoravo prima: faceva un alto fatturato ma continuava a chiudere stabilimenti. Bisogna mettersi all’interno della rete e condividere il più possibile, senza paura di essere copiati. In America utilizzano l’intelligenza artificiale per fare prodotti: qui sta a noi dover creare rete al pari di quello che farebbe un’intelligenza artificiale. Il futuro vero è fatto di aziende che fanno cose vere che hanno un futuro sostenibile.

      Massimo Ambanelli

      Secondo me se c’è bisogno dell’intelligenza artificiale è perché forse usiamo poco la nostra: nel nostro ambiente vedo che c’è molta stupidità. Di tecnologico bisogna avere il mindsetting: “noi saremo l’azienda più innovativa al mondo”.

      Luigi Galimberti

      Arriva il momento di aprire il dibattito, dando la possibilità a due neo-imprese del settore agri-food di trasmettere esperienze, questioni, problematiche, confronti: prendono quindi la parola Alessandro Candiani, CEO di DNA Phone, e Angela Montanari, Direttore Scientifico di Tomapaint.

      Il nostro percorso è iniziato all’Università da ricercatori. Abbiamo creato DNAPhone perché ci piaceva la tecnologia e l’innovazione, ma ci mancava la consapevolezza. L’idea imprenditoriale è nata sul modello classico, quasi per gioco, da un programma di accelerazione di Parma, nel quale siamo stati selezionati. Solo successivamente abbiamo trovato il modo per applicare questa tecnologia: ora siamo al quarto anno di attività e pieni di energia!

      Alessandro Candiani

      Tomapaint nasce dal ritrovamento di un vecchio brevetto del 1943 ed è il punto d’incontro tra il mondo della ricerca e l’industria. Ci abbiamo lavorato e abbiamo vinto 3 bandi europei, ottenendo un finanziamento importante che ci ha permesso di sviluppare l’idea. Dagli scarti del pomodoro (bucce) estraiamo una bioresina per rivestire contenitori metallici di alimenti (tra cui il pomodoro stesso). Negli ultimi 10 anni è emerso il problema della contaminazione delle vernici tradizionali e ci siamo quindi trovati sommersi di richieste. Attualmente siamo in fase di passaggio dall’impianto pilota a quello industriale.

      Angela Montanari

      Dopo questa breve presentazione, parte l’esperimento: Q&A incrociato tra imprenditori, startup e pubblico!

      1. Incubatori, acceleratori….servono davvero?
      • Ambanelli: L’”habitat” è importantissimo, così come aver intorno persone che ti dicano se stai sbagliando strada. È rassicurante, se sei nel sistema meglio, ma se ci credi dovrai andare avanti a prescindere.
      • Galimberti: Sapere cos’è un pitch è fondamentale, ma non basta: bisogna parlarne in famiglia, al bar e confrontarsi continuamente con le persone.
      • Montanari: Per noi sono stati fondamentali!
      • Candiani: Dipende. Se si ha un’idea ma non i fondi, l’acceleratore è fondamentale. Ma a volte è più incisivo ed efficace il ruolo di un buon mentor che un contributo economico.

      2. Secondo voi il trasferimento tecnologico in cosa consiste oggi e cosa possiamo fare noi sul territorio in ottica Open Innovation?

      • Galimberti: di ricerca se ne fa tanta ma non viene applicata, perché non viene pilolata. Secondo me se le Università lavorassero di più con le imprese prima avrebbero più risultati concreti dopo.
      • Montanari: Parma può fare ancora tanta innovazione sia dal punto di vista tecnologico che energetico in collaborazione con l’Università. Per me è stata fondamentale la ricerca in rete con partner stranieri, gli stimoli da paesi diversi sono molto importanti.
      • Ambanelli: Va innovato il ragionamento “perché l’abbiamo sempre fatto così”: se la tradizione diventa un vincolo è un disastro. Occorre rimettere tutto quanto sotto analisi e perché le cose stanno cambiando, e per questo la tecnologia è fondamentale.

      3. Ho il sogno di aprire un’azienda nel settore alimentare, ma ho trovato lavoro in un’azienda che con l’alimentare non c’entra nulla. Cosa fareste voi? Lasciare il lavoro e seguire la mia passione o portare avanti le due cose?

      • Ambanelli: Continua a cercare e fatti trovare pronto quando arriva l’occasione.
      • Candiani: Ancora una volta, dipende. Ovviamente punta di lavorare nell’ambito in cui ti piacerebbe sviluppare la tua idea, ma se al momento non hai le risorse economiche per raggiungere il tuo obiettivo, accantona risorse e lavora per quello.
      • Galimberti: Studia, segui il cuore, buttati nel settore che ti piace a costo di rinunciare a qualsiasi cosa.

      Questa terza domanda, fatta da un giovanissimo ragazzo presente in sala, nella sua freschezza e genuinità chiude in bellezza l’evento, ricordando a tutti l’obiettivo per cui è nato “On/Off for Entrepreneurs”: ispirare, attraverso l’ascolto e la capacità di assorbire esperienze, errori, visioni che, anche se in minimissima parte, potranno influire positivamente sul futuro percorso imprenditoriale di chi vi partecipa.

      Ah e non dimenticatevi di segnare già in agenda il secondo appuntamento: ci vediamo martedì 2 aprile alle 18.00 per parlare di crescita con Andrea Roberto Bifulco, imprenditore e direttore di Startup Grind Milano, e con Antonio Cellie,
      Amministratore Delegato di Fiere di Parma. Iscrizioni aperte a questo link.