Essere freelance vuol dire saper fronteggiare continui imprevisti (tra cui la pandemia)

Chi di voi ci segue o ha partecipato a qualche nostro evento o corso in passato, non può non ricordarsela. È stata la prima dipendente dell’Associazione On/Off, nostra fidata coworking e office manager. Ma si sa le cose cambiano. E a un certo punto, dopo 3 anni, ha voluto prendere il volo da sola: si è licenziata e ha aperto la partita IVA. Quando? A gennaio 2020. Ma si sa le cose cambiano…e a volte migliorano.
La nostra intervista a Veronica Pinetti, instructional designer freelance, per la rubrica “Quello che i coworker non dicono”.
Ciao! Ci racconti chi sei e di che cosa ti occupi?
Ciao! Sono Veronica. Ho 30 anni, ho studi umanistici alle spalle e una grande passione per cinema e serie tv. Mi piace lavorare dietro le quinte, avere il controllo della situazione, curare i dettagli e semplificare il lavoro delle persone. Dopo essere stata dipendente dell’Associazione On/Off, per la quale ho ricoperto il ruolo di Coworking Manager per 3 anni, a gennaio 2020 ho dato le dimissioni e ho aperto la partita IVA. Da circa un anno collaboro con Frog Learning come instructional designer freelance. A lato, sto costruendo una mia attività imprenditoriale, che non spoilero perché ancora work in progress!
Perché hai scelto di lavorare in uno spazio di coworking?
Per me la scelta è stata piuttosto ovvia! Avendo lavorato ad Officine On/Off per tanti anni conoscevo già molto bene lo spazio, le persone e le opportunità che offre. In più non sono mai stata capace di stare da sola a casa neanche quando dovevo studiare, ho sempre bisogno di avere gente intorno a me per concentrarmi. Diventare coworker di On/Off è stato naturale.

Un vantaggio e uno svantaggio del coworking?
Vantaggi per me ce ne sono tanti: c’è l’idea di conoscere persone sempre nuove che hanno competenze e idee diverse dalle proprie. C’è l’avere colleghi-non colleghi, per cui puoi tranquillamente lavorare per conto tuo tutto il giorno, staccare e confrontarti con qualcuno senza tensioni od obblighi. C’è la condivisione di momenti al di fuori del lavoro.
Uno svantaggio potrebbe essere il dover scendere più spesso a compromessi, trattandosi di uno spazio di convivenza con altre persone, cosa non necessaria quando si lavora da casa.
Sei diventata freelance in piena pandemia: come l’hai vissuta?
Il giorno in cui ho aperto la partita IVA è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Avrei potuto interpretarlo come un cattivo presagio e demoralizzarmi, ma la verità è che non mi sono mai ancora pentita di essermi licenziata per iniziare un mio percorso professionale, quindi qualcosa vorrà dire! Poi sapevo già, grazie alla mia esperienza dietro le quinte di On/Off, che la vita dei liberi professionisti consiste anche nel fronteggiare continui imprevisti, quindi direi che è stata sicuramente una buona esercitazione.
Dove ti immagini nel futuro prossimo?
Bella domanda, non lo so. Mi piacerebbe riuscire a godermi ancora di più la flessibilità che ti dà la libera professione, appoggiandomi magari qua e là anche in altri coworking fuori da Parma. Insomma, entrare davvero nell’ottica di lavorare smart e remote al di là dei confini.