Ormai sono sulla bocca di tutti, ma cosa sono gli NFT e come funzionano?

Immagine by @Tezos via Unsplash
In attesa di parlarne dal vivo insieme a Oniontech durante l’incontro in programma giovedì 24 febbraio a On/Off, ecco come spiegare a tua nonna i concetti di NFT, Metaverso e Blockchain.
Bando al linguaggio specialistico e astruso tipico della tecnofinanza. Da qui in avanti cercheremo di parlare forte, ma soprattutto chiaro, circa il significato di token, crypto-art e blockchain.
NFT sta per Non-Fungible Token, dall’inglese: gettone digitale non fungibile, ovvero non replicabile. Facciamo chiarezza sul significato di fungible e non-fungible. Un bitcoin, ad esempio, è fungibile poiché può essere sostituito con un altro. Gli NFT, al contrario, sono pezzi unici: non possono, cioè, venire sostituiti e non è possibile svilupparne copie.
Per NFT intendiamo un modo per identificare univocamente, in sicurezza e senza dubbio alcuno, un prodotto digitale, creato sul o per il web. Può trattarsi di qualsiasi tipo di file: un video, una foto, una GIF, un testo, un articolo, un audio. Quando un prodotto digitale è certificato tramite questa modalità è come se avesse un attestato di autenticità. La sua originalità diventa indiscutibile e non è supponibile che ce ne siano altre copie se non attestate a loro volta con un Non-Fungible Token.
Non possiamo parlare di NFT senza nominarla, essendo due fenomeni legati a doppio filo. Cosa si intende con Blockchain? Nient’altro che un registro digitale condiviso e non modificabile dove vengono archiviati dati impossibili da modificare o eliminare. È un modo per assicurare la tracciabilità delle transazioni.
Prima dell’avvento del sistema Blockchain (dall’inglese “catena a blocchi”), qualsiasi file o prodotto presente sul web era tranquillamente replicabile all’infinito, tanto da rendere impossibile garantire l’autenticità, ad esempio, di un’opera d’arte digitale se paragonata a una fisica. Tramite la blockchain si è creato un modo per archiviare su un registro digitale le informazioni relative al singolo prodotto. Informazioni in nessun modo manipolabili, di dominio pubblico e che identificano quel prodotto come unico e non replicabile.
Queste prerogative hanno dato il via all’impennata di produzione di opere d’arte verificate con NFT, generando il fenomeno della cosiddetta Crypto Art. Protagonista di un boom totalizzante nell’anno 2021, il mercato dell’arte digitale ha accolto opere battute all’asta per diversi milioni di euro.
Come già ultranoto, la pandemia ha portato molti attori del settore culturale, artistico e creativo a riconfigurarsi nel settore digitale guardando al mercato attraverso nuove prospettive e la sperimentazione di nuovi strumenti. Immergendosi nella crypto art, l’intero settore ha l’opportunità di affermarsi nuovamente, da un lato intercettando un nuovo pubblico, dall’altro adottando scelte digitali innovative.
Artisti, disegnatori, designer, musicisti e in generale creativi interessati ad approfondire il concetto di criptoart, NFT e blockchain anche dal punto di vista pratico, possono registrarsi gratuitamente al nostro evento NFT&Metaverso in programma a On/Off giovedì 24 febbraio. In quell’occasione, guidati dagli speaker Gianpaolo Masciari, Blockchain Innovation Manager, e Aghasi Gasparyan, Specialista IT, entrambi CTO di OnionTech, si cimenteranno nell’apertura di un wallet e nel processo di creazione e successiva vendita di un NFT nel mercato della cryptoarte, partendo da una loro opera digitale e/o digitalizzata.

New building of the Metavers Museum from Wikimedia Commons
Metaverso è la parola d’ordine del momento. Viene usata sempre più spesso, ma il dibattito sul significato e sulle potenzialità genera costanti equivoci, in quanto si tratta di un mondo ancora in larga parte irrealizzato. Un’idea venduta sulla piazza dai big del settore, ancora prima di vederla effettivamente concretizzata. Cerchiamo quindi di abbozzarne una definizione: un luogo virtuale nel quale persone reali possono spostarsi liberamente e interagire grazie, ad esempio, ad avatar e funzionalità specifiche.
Con il termine virtuale però occorre fare molta attenzione: si tratta di un sistema non palpabile che presenta molte peculiarità accostabili, o vicine in qualche maniera, al mondo reale. Nell’economia del Metaverso, in teoria, avremo la possibilità di acquisire attraverso il nostro avatar beni fittizi non palpabili ma anche oggetti tangibili da farci recapitare a casa. A titolo esemplificativo, il mercato immobiliare sta trovando nel Metaverso una facile applicazione virtuale. Di fatto, numerosi pionieri si sono già prodigati ad acquistare “appezzamenti di terreno” a titolo di investimento.
Insomma, metaverso è un concetto ma soprattutto un termine ad oggi diffuso tanto quanto l’interesse dimostrato verso di esso da molte grandi aziende, soprattutto del tech, che vi stanno puntando come focus primario dei loro investimenti. Ma se da un lato potrebbe risultare chiaro il potenziale di queste nuove trasposizioni all’interno di un contenitore virtuale di meccanismi economici e sociali, dall’altro sorge spontaneo un dubbio. Su larga scala, le masse riusciranno ad accettare e “abitare” questi spazi? Quanto tempo sarà necessario affinchè il metaverso si centralizzi e integri tutti gli esperimenti virtuali frammentati che già stiamo sperimentando? Ma soprattutto, a che pro?
Non promettiamo di dare risposta a tutti questi e altri dubbi sul concetto di Metaverso. Ma possiamo promettere che, partecipando all’incontro “NFT & Metaverso” del 24 febbraio, dal confronto diretto e dal vivo con esperti in materia e altre persone interessate, tornerete a casa con qualche elemento e conoscenza in più per fare le vostre valutazioni in merito.